Pittura dal vero

Per Pittura dal vero si intende l’uso di un soggetto materiale che appartenga alla realtà che ci circonda. Il dipingere dal vero inizia con un’osservazione cosciente dell’oggetto che conduce ad una visione personale e alla sua traduzione nell’opera. L’osservazione stabilisce il contatto con l’oggetto, che è l’elemento indispensabile per dipingere. La capacità di osservare si può sviluppare in noi a condizione che ci distacchiamo dalla nostra maniera abituale, intellettuale, di percepire l’oggetto. Attraverso tale distacco può manifestarsi una vera visione dell’oggetto, che è la base per una espressione davvero personale. La facoltà di osservazione, pur esistendo potenzialmente in ognuno, necessita di un lungo esercizio perchè si traduca in visione e in opera. La pittura offre la possibilità di svilupparla: la realtà  attende un’interpretazione dal pittore, ciò che è reale assurge a un significato se l’artista glielo da. E siccome le persone sono molte, le interpretazioni della realtà sono molteplici. Non è dunque la ‘verosimiglianza’ come per la fotografia, lo scopo della Pittura, ma l’interpretazione del vero. Ma non c’è interpretazione senza visione personale, e non c’è visione senza osservazione attenta. E non c’è osservazione senza ‘vero’, oggetto, modello, ‘motivo’. Perciò non si può fare buona pittura se non ‘dal vero’.

Si intraprende la strada della Pittura quando si incomincia a vedere il mondo intorno a sè. Si deve considerare la persona distaccata da ciò che sta osservando. Essa deve prendere coscienza della propria particolarità e della separazione dall’oggetto, per poi avvicinarsi ad esso attraverso un percorso di empatia, per raggiunge la fusione con l’oggetto. Per osservare non si intende il guardare a cui siamo abituati, l’uso spontaneo dei nostri occhi. L’osservazione è un guardare cosciente, valutando, misurando, confrontando continuamente ogni parte, secondo punto, linea, superficie – contrasto, colore, tinta: è in questi termini che il mondo viene valutato. A partire da questo tipo di osservazione si colloca la scelta personale.

Già a partire dalla percezione il vero obbliga ad una scelta, cioè a rinunciare a una parte a favore di un’altra parte, per quanto estesa possa essere la porzione di ‘vero’ che si sceglie. Davanti a un paesaggio, a una natura morta o a una figura, siamo sempre chiamati a scegliere la parte più significativa per noi, fin dalla prima impostazione non si tratta di ri-produrre ma di creare. La nostra visione risente di umori, di sensazioni, degli elementi della nostra persona. Cezanne è andato a varie riprese nello stesso posto per osservare la stessa montagna, lo stesso ‘motivo’ di cui dava interpretazioni sempre diverse. Il vero si propone a noi come Un semplice ‘motivo’ di osservazione del vero diventa l’occasione per essere proiettati nella nostra interiorità. All’osservazione della luce e della forma esteriore corrisponde un risveglio della luce e della forma interiore. A questo punto non può mancare lo strumento, il mezzo per manifestare quello che i nostri occhi hanno veduto: l’apprendimento teorico e soprattutto una pratica continuata nel tempo.

Luce e Colore

Al di là di ogni “motivo”, il mistero della luce si può considerare l’oggetto specifico della Pittura, è sempre stato così e nello studio en plein air tale mistero è stato rivelato pienamente. La luce è il vero “contenitore” dei colori, non si tratta di definire il “chiaro-scuro”, la luce contro l’ombra, ma la luce in tutte le sue sfaccettature colorate, oltre che in tutte le sue varietà tonali. Nella realtà visibile ogni cosa è governata dalla luce, e l’ombra stessa è colorata, è anche essa una variazione della luce, mentre la “tenebra” è la negazione della luce. Ciò che deriva dalla luce, i colori, non si manifesta in maniera arbitraria, ma secondo una legge.

La pittura tratta quindi di tre elementi fondamentali: natura-soggetto, occhio, luce-colore. Il soggetto, la natura, viene accolto dall’occhio tramite la luce che lo illumina, senza la quale non si manifesterebbe. L’occhio può divenire davvero sensibile e ricettivo tramite una educazione specifica. L’esistenza stessa della natura è sottoposta alla capacità umana di ‘vedere’, senza l’occhio l’ esistenza della natura sarebbe indifferente per l’uomo. “La lanterna dell’uomo è l’occhio” e Goethe affermava che la luce e l’occhio sono una sola cosa. La luce di fuori e la luce di dentro si cercano e si incontrano, e il punto di incontro è la ‘visione’. A furia di osservare il soggetto, la natura, si perviene ad uno scollamento dell’occhio dalla realtà materiale, fino a raggiungere ciò che propriamente la sostiene: una dimensione di pura luce- colore. Un tale percorso potrebbe rimanere ancorato al vero oppure portare alla costruzione di un’opera astratta.

2 commenti

  • Franco Barbato ha detto:

    Un Artista dipinge quello che vede lui non quello che. Vede nella realtà sincero con sé stesso solo in funzione di questo e ARTE

    L ENERGIA motore è valore primario dell arte nel dipingere dal vero .

    • Laura Grosso ha detto:

      Un pittore dipinge quello che “lui” vede e a modo suo, tuttavia la sincerità richiesta a un artista non è solo verso sè stesso, ma anche verso la “realtà”. In Pittura, come in ogni forma di arte, l’ispirazione è fondamentale, ma deve essere supportata da una lunga e profonda esperienza di osservazione e di esercizio manuale compiuti sul soggetto dal vero. Per progredire su questo cammino ciò che è davvero indispensabile è l’umiltà. Cordiali saluti.

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