Acquerello / Tempera / Gouache

Acquerello / Tempera / Gouache

Acquerello.

L’acquerello è una tecnica molto semplice e allo stesso tempo delicata e difficile, consigliabile per chi sa già dipingere. Per avventurarsi nella tecnica dell’acquerello è fondamentale avere una buona conoscenza del disegno e dei valori tonali. Questa tecnica ha la sua peculiarità nella velocità dell’esecuzione, il che significa anche vivacità della visione personale. In particolare è da annotare il fatto che non concede errori: la bellezza di un’opera ad acquerello dipende in gran parte dalla pulizia, dall’immediatezza del lavoro. Vi sono alcuni bellissimi lavori di Rodin, figure molto semplici e quasi monocromo che spiegano molto bene questo concetto. La sua semplicità è nel materiale stesso, pigmenti con poca colla e acqua, basta l’uso di un solo pennello il più delle volte, grande o piccolo a seconda delle dimensioni dell’opera, e anche una tavolozza semplice, ma con colori scelti in maniera accurata, secondo la propria sensibilità. Nel materiale l’elemento fondamentale è la carta, che dovrà essere possibilmente di cotone al cento per cento, naturale, senza acidi, e scelta di volta in volta fra le varie “grane”: sottilissima (satinata), sottile, grossa o martellata.Le diverse opzioni sono personali e motivate dall’esperienza, ognuno dovrebbe prima averle lungamente provate tutte. L’acquerello è interessante per diversi motivi. Si può usare in maniera impulsiva e approssimativa, e si può invece essere precisi e dettagliati. Anche riguardo al colore si può usare un colore acquoso e leggerissimo, come pure si può lavorare con colore puro e pieno: l’intensità del colore varia a seconda della quantità di acqua. Richiede calma e concentrazione, sebbene la stesura del colore debba essere veloce  non deve mancare una certa accuratezza, perché la percezione finale dipenderà solo da come si sia ottenuta la “velatura”. Infatti si tratta, in acquerello, semplicemente di velature, il colore è simile a un velo che si stende sulla carta: il bianco della carta ha un ruolo fondamentale, è decisivo per la rivelazione della tinta, e più la tinta è acquosa più è indefinita e, si potrebbe dire, “grigia”. Con la pittura ad acquerello si realizzano opere di grande trasparenza e luminosità, in ogni tempo per i pittori rappresenta una sfida in cui occorre abilità e capacità di adottare decisioni rapide ed efficaci. Al contrario della tempera o dell’olio, l’acquerello è una tecnica “lenta” nel senso che si deve spesso attendere l’asciugatura e questo attardarsi nella stesura del colore lo fa anche gustare pienamente, dunque non sorprende che sia tanto usata dagli orientali: è una tecnica meditativa. L’acquerello mostra la sua particolare bellezza nella trasparenza dei colori, di conseguenza conviene imparare a dipingere alla prima, per non appesantire con velature il risultato finale. ‘Alla prima’ significa posare subito e definitivamente le tinte: questa è anche la ragione per cui questa tecnica si presta a particolarmente a rapide, vivaci e immediate impressioni. Per dipingere ‘alla prima’ è necessario fin dall’inizio avere una intuizione forte e chiara della luce. E’ consigliabile non fare più di due velature, limitatamente a qualche piccolo punto che ne necessita, per scurire o per rafforzare tramite un colore puro. La tecnica delle velature in acquerello, più facile ma non altrettanto vivace, risulta più grafica. Consiste nello stendere velocemente e con leggerezza strati di colore uno sopra l’altro per rafforzare progressivamente la tonalità del colore, in modo da ottenere profondità pittorica. Per far questo è necessario che il colore sul quale si intende ripassare sia ben asciutto. Dipingere ad acquerello non è difficile, ma occorre esperienza, perché gli errori difficilmente si possono correggere con la sovrapposizione di altro colore, infatti il colore, essendo trasparente, non nasconde mai del tutto la stesura sottostante. All’inizio può sembrare complicato ma con la pratica diventa parte dell’operazione creativa. L’acquerello può essere usato per pitture vere e proprie ma soprattutto per rapidi schizzi e richiede un’attrezzatura minima e poco ingombrante. La qualità del materiale è particolarmente importante.

I colori ad acquerello sono molto liquidi e lasciano trasparire il colore o la carta sottostante, non hanno la pastosità dei colori ad olio o a tempera e tendono ad espandersi sul foglio. I colori ad acquerello sono molto brillanti, difficilmente in un acquerello eseguito bene troveremo colori opachi e tendenti al grigio. Sappiamo che mescolando alcuni colori, se ne possono ottenere molti altri: questa operazione nel caso degli acquerelli risulta difficoltosa, perchè si deve pulire il pennello ogni volta prima di intingerlo in un nuovo colore, inoltre le eccessive mescolanze influiscono sulla brillantezza del colore, per cui conviene lavorare con una gamma abbastanza varia di colori. Nella pittura ad acquerello, non si usa il bianco per schiarire, ma si lascia trasparire il bianco della carta nella zona che deve rimanere bianca, tuttavia il bianco si può usare per rendere alcuni colori opalescenti, leggermente più coprenti, come nel caso di certe luci sui muri chiari delle case oppure del cielo. In ogni caso il colore deve essere applicato mantenendo la sua trasparenza, le zone più  luminose si ottengono tramite il fondo bianco della carta. 

La differenza fra le tre diverse opzioni della grana della carta,  satinata o fina o ruvida, concerne la tecnica che si adopera. La carta satinata restituisce il segno più facilmente, quella ruvida, al contrario ha un effetto finale meno grafico e più ‘pittorico’, mentre quella a grana fina unisce insieme le due qualità. La carta è molto delicata e va usata sempre dal lato previsto nella fabbricazione ed è opportuno toccarla il meno possibile, perché il grasso delle mani crea delle zone disomogenee di assorbimento. Una buona carta assorbe il colore, che quindi va steso velocemente per ottenere colori uniformi. In caso contrario le pennellate si sovrappongono e non mostrano una omogeneità. Quando finisce il colore contenuto nel pennello, si deve attingere nuovamente e proseguire con una nuova pennellata mentre quella precedente non è ancora assorbita completamente, quindi in generale è consigliabile preparare colore a sufficienza per coprire la parte che si intende dipingere, come nel caso del cielo per esempio. Se il colore asciuga, si noteranno giunture: bagnare il foglio prima di stendere il colore può evitare questo fenomeno.

Come per ogni tecnica, ma particolarmente per l’acquerello, prima di dare inizio al disegno e alla successiva applicazione dei colori è necessario osservare attentamente il soggetto nel suo insieme e nei suoi rapporti di chiaro scuro, in quanto le correzioni sono sempre visibili. Iniziare a dipingere dopo aver eseguito un disegno esatto ma sommario (eventualmente  fare qualche schizzo prima su un foglio da disegno) e sapendo esattamente cosa fare. Essendo il colore molto trasparente il disegno deve essere eseguito con matita semi dura (HB o H) o matita acquerellabile di colore neutro, con tocco leggero, per evitare che i segni della matita traspaiono da sotto il colore. Il disegno deve concernere solo i contorni. Se si usa grafite, prima di iniziare a dipingere conviene sfumare con una gomma, delicatamente, cercando di non creare abrasioni sulla superficie della carta. Infatti rovinare le sue caratteristiche di assorbimento darebbe luogo a possibili macchie e a una espansione incontrollata del colore. 

Tenere la carta in posizione orizzontale per evitare che il colore, molto diluito, crei colature, difficili da correggere. Si consiglia di usare l’acqua con prudenza. Troppo liquido non soltanto appesantisce la carta, che facilmente si arriccia, ma altera anche il risultato cromatico del lavoro. Siccome il potere coprente del colore nell’acquerello può essere a volte scarso se non inesistente, conviene incominciare dipingendo le parti chiare e poi quelle più scure. Si può iniziare il lavoro inumidendo la tavolozza con un piccolo spruzzatore.

Il pennello deve essere utilizzato adoperando tutto il corpo in parallelo al foglio, e solo la punta per le zone più piccole, deve avere un buon potere assorbente dell’acqua e allo stesso tempo mantenere l’elasticità.  Il colore ad acquerello è molto liquido, non ha spessore, perciò tende ad espandersi sul foglio, dunque una delle più importanti abilità da acquisire è il dosaggio dell’acqua. Quando si eccede con l’acqua si può usare un tovagliolo di carta per assorbire il liquido in eccesso dal pennello stesso. Il pennello, imbevuto di acqua, si poggia sulla pasticca di colore, fino a che questa si scioglie un po’, va usato come uno strumento di precisione,  leggermente, senza spingerlo e appiattirlo sulla carta, senza sfregare per stendere il colore, anche per evitare che qualche pelo si stacchi e rimanga sul foglio: iinfatti interrompere il lavoro per rimuovere eventuali peli è fastidioso, anche perché, come già detto, questa tecnica obbliga a un lavorare con continuità. Cambiando colore è necessario lavare accuratamente il pennello per evitare che i residui del colore usato in precedenza rendano sporco il nuovo colore. Il pennello non si deve asciugare in nessun modo: l’acqua eccessiva si elimina poggiandolo leggermente su un fazzolettino di carta. Come è stato detto è difficile correggere gli errori nella pittura ad acquerello, tuttavia se la carta è buona si può asportare col pennello bagnato piccole parti di colore e poi tamponare leggermente con la carta, ad esempio per schiarire o per creare delle zone di luce, avendo cura di eseguire l’operazione con delicatezza e poca insistenza per evitare di rovinare la superficie della carta.

Dopo aver finito di dipingere ad acquerello, bisogna lavare accuratamente tutti i materiali con acqua e se occorre con sapone. Questa operazione è necessaria, per evitare che i residui di colore sulla tavolozza o nei pennelli, si mescolino ai nuovi e li rendano sporchi, quando vengono usati successivamente. I pennelli si rovinano facilmente e vanno quindi trattati con cura. Occorre lavarli con sapone neutro, rifare la punta con le dita.e riporli con la punta in alto, per evitare che il pelo si pieghi. Se perdono la forma si bagnano con sapone e si avvolgono in carta in modo da formare un rotolino intorno per contenere l’espansione dei peli, chiudendolo con dello scotch e lasciandolo applicato una giornata finchè non asciuga. Prima di utilizzarlo nuovamente eliminare il sapone con l’acqua. I dipinti ad acquerello si conservano sotto vetro.  

Materiale.

Colori. I colori migliori sono Windsor & Newton e Schminke, basta una piccola tavolozza di pasticche (12) per iniziare. I colori ad acquerello si vendono anche in piccoli tubi, ma sono meno pratici: in questo caso si deve avere una tavolozza sulla quale poggiare le diverse tinte volta per volta, che solidificate possono poi essere ugualmente usate nella pittura successiva. I colori vengono catalogati in base al costo (gruppo 1, 2, 3) e al potere coprente ( quadratini riempiti di nero interamente, per metà, o bianchi). Nei colori ad acquerello la quantità della colla che viene adoperata come legante è determinante: se ve n’è troppa il pigmento perde molto del suo potere colorante, diviene vischiosa la consistenza del colore e risulta quindi meno trasparente.

Elenco dei colori indispensabili:

CALDIgiallo di Napoli

giallo limone

giallo caldo medio

arancio

rosso chiaro

rosso scuro

violetto

FREDDIazzurro ceruleo

azzurro oltremare

verde turchese

verde brillante

verde scuro

terra di Siena o ocra gialla

terra d’ombra o sepia

grigio di Payne

La gamma dei colori deve essere poi estesa man mano che si progredisce nella tecnica. Si usa un unico pennello di martora o sintetico di buona qualità, tondo, n. 10 o 12. E’ bene abbondare con l’acqua usando un contenitore grande. Qualche fazzoletto di carta può essere utile per assorbire un pò d’acqua all’occorrenza. 

Supporto. La carta deve essere di buona qualità (Amalfi, Arches, Moulin de Roy, Fabriano, Magnani, Canson…), 100% cotone, grana a scelta, misura media, grammatura minima 300, incollata in un blocco, oppure fissata con scotch su uno ‘stiratore’ (pannello di legno), in quanto l’acqua tende ad arricciarla.

Tempera /Gouache.

La pittura a tempera (dal latino Temperare – mescolare) si avvale dell’uso di colori ottenuti mescolando pigmenti in polvere con un legante che può essere uovo ( intero, oppure solo tuorlo o albume), caseina, colle animali, gomme vegetali, amidi, resine, cere, lacche. A seconda delle sostanze utilizzate si parla di tempera all’uovo, alla caseina, alla gomma ecc.
Tutte queste tempere possono essere definite “magre” o “grasse”, a seconda del diluente che si utilizza: acqua per la “tempera magra” e olio e/o trementina per la “tempera grassa”. Le tempere presentano il vantaggio di asciugare rapidamente, tuttavia con una certa variazione di tono.

In generale la consistenza dei mescolamenti deve essere cremosa, ma nel corso del lavoro può variare divenendo acquosa o al contrario più secca. Per rendere un colore meno trasparente si può aggiungere una punta di bianco. A causa del fatto che la tempera asciutta si scioglie di nuovo se si bagna, in certe aree bisogna procedere con pennellate leggere e fluide, per evitare di sciogliere lo strato inferiore. Si può stendere uno strato leggero più acquoso per modificare parzialmente i toni sottostanti. La tempera asciuga in superficie rapidamente, ma all’occorrenza si può intervenire con un fazzoletto di carta inumidito tamponando o sfregando leggermente alcune zone per togliere appena un po’ del colore appena steso o ammorbidire i bordi delle pennellate.

Il Gouache invece, già in uso in Europa nel XVI secolo, utilizzata soprattutto per i bozzetti preparatori dei lavori a olio, si diffuse in Francia a partire dal XVIII secolo e in seguito nel XIX secolo per la produzione dei cartelloni pubblicitari. La gouache è una tempera resa più pesante e opaca con l’aggiunta di un pigmento bianco (per esempio biacca o gesso) mescolato con la gomma arabica. Più opaca e luminosa rispetto alla normale tempera, somiglia alla pittura a olio. Si asciuga meno velocemente rispetto alla tempera comune, e una volta secca diviene leggermente opalescente.  La gouache asciuga in modo rapido e i colori stesi asciugando cambiano valore di chiaroscuro – in generale i colori chiari schiariscono e quelli scuri scuriscono – creando alcuni problemi a chi dipinge, specie se il suo lavoro è suddiviso in diverse sessioni. I colori asciugano rapidamente anche sulla tavolozza ma si sciolgono nuovamente in acqua. Dato che il colore quando è nuovamente bagnato si scioglie ancora, il colore già steso può essere mescolato con la nuova stesura fresca. Con la pratica questa caratteristica, che per molti è a torto considerata un difetto, può costituire una opportunità tecnica ed espressiva. Se stesa con pennellate troppo “spesse” la gouache asciugando può screpolare e in alcuni casi addirittura sbriciolarsi e staccarsi dal suo supporto. Se la superficie è flessibile, come carta non troppo spessa o tela, venendo arrotolata presenterà screpolature, mentre supporti rigidi come pannelli, cartoni montati su compensato o masonite preparata con gesso acrilico non creano alcun inconveniente del genere. Asciugando assume un aspetto opaco – satinato con una superficie abbastanza dura e lavorabile ulteriormente.

Materiale

Colori. Le Tempere in commercio Maimeri sono a base di caseina. Mentre per la gouache si può scegliere fra diverse marche, tutte valide: i costi sono più elevati ma la resa è migliore. In entrambi i casi per la tavolozza le tinte consigliate sono: Bianco (tubo grande) due rossi, vermiglio (o scarlatto) e carminio (o magenta), due blu, cobalto e oltremare, due gialli, limone e cadmio medio, verde smeraldo, viola, sepia o bruno Van Dick, due terre.

Tavolozza. Si consiglia l’uso di tavolozze richiudibili, del genere di quelle in uso per acrilico, in cui i colori possano rimanere umidi. In alternativa si può adottare una tavolozza di plastica con vaschette o una usa e getta. Si prepara la tavolozza con  tutti i colori utili, che vengono poi mischiati nel corso del lavoro. E’ consigliato l’uso di un nebulizzatore di quelli da profumo, per mantenere umido il colore sulla tavolozza. Carta da cucina, un grosso  barattolo per l’acqua e due o tre pennelli sintetici morbidi completano l’attrezzatura.

Supporti. Per brevi esercizi è consigliabile usare carta da acquerello di cellulosa e/o cotone di grammatura minima 300, liscia o ruvida. Dipingere su fogli di carta più sottili spesso può essere difficile perché è flessibile e questo può causare screpolature e distacchi, oltre che arricciature. È preferibile lavorare su supporti più rigidi, come masonite, compensati, tavole, preparate con quattro mani incrociate di gesso acrilico. Altro tipo di preparazione è quella classica delle icone, con gesso di Bologna e colla animale, la preparazione classica per doratura, con la quale è possibile ottenere fondi veramente lisci e vellutati che assorbono perfettamente la pittura a tempera.

5 commenti

  • acquaforte ha detto:

    Etereo, sognante, lascia tutto alla immaginazione e alla sensibilita di chi lo guarda, come fa la poesia.
    L’ho “scoperto” un mese fa, e me ne sono innamorata. Per un po’ credo che abbandonero’ la tempera e l’olio.

  • Cinzia ha detto:

    Buon pomeriggio Laura, mi sto avvicinando adesso all’acquerello … rapita dalla trasparenza che questo medium ci sa regalare.
    Avrei una domanda : avrebbe senso acquistare solo colori con grado di trasparenza massima tralasciando totalmente quelli coprenti ?

    Se la tua risposta è negativa.. potresti approfondire il discorso sui colori coprenti e fare degli esempi pratici per i quali è necessario disporre di essi ?

    Ti ringrazio..infinitamente😊

    Cinzia

    • Laura Grosso ha detto:

      Grazie Cinzia per aver sollevato il problema, che certamente affronterò. Non conviene comprare in acquerello solo colori trasparenti, poichè gli acquerelli sono tutti trasparenti, questa è la loro caratteristica, anche quando sono dati con poca acqua. I “coprenti”, come il bianco, possono essere molto utili, si deve imparare a usarli. Grazie tante a te e scusa il ritardo!

  • Vincenzo Schirripa ha detto:

    Buongiorno, forse alla lontana ci conosciamo attraverso amici in comune, desidero esprimere un pensiero riguardo alla tecnica dell’acquarello, credo che nell’applicazione ci siano due scuole di pensiero, naturalmente usando pochi colori essenziali di quelli che lei ha citato al fine di ottenere una ricca mescolanza o varianti; si possono mescolare dalla tavolozza e stenderli sulla carta oppure per sovrapposizione di colori allo stato puro come se fossero vetri colorati sulla carta naturalmente per acquarello.
    Quest’ultimo uso è di tipo mentale ossia anticipare il risultato attraverso il pensiero.

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