cos’è la Pittura?

La pittura è un linguaggio espressivo fra i più antichi, che solo attraverso uno studio approfondito della sua tecnica raggiunge il suo fine: in pittura, lungi dal chiudere gli orizzonti, l’apprendimento della tecnica li apre verso nuove possibilità e sperimentazioni. Infatti, essendo la pittura un linguaggio, il pittore ha necessità di un mezzo sicuro per esprimersi, e quanto più si impadronisce di esso tanto più aumentano le probabilità che il suo discorso sia chiaro e comprensibile.

Ma linguaggio personale e tecnica non sono sufficienti, è necessario un oggetto di studio: la realtà visibile, da questa si inizia il percorso. Prendere come soggetto da dipingere la realtà visibile non significa che la pittura debba consistere in una riproduzione del vero, ma che, per creare, l’occhio umano ha necessità di vedere. E quanto più attentamente osserva e vede, tanto più è in grado di elaborare e di esprimere la sua propria visione personale. Il processo realtà-osservazione-visione-espressione ha prodotto una storia attraverso il lavoro e la ricerca personale e di gruppo dei pittori. Prendere coscienza di questa storia arricchisce il proprio vocabolario in maniera naturale. Anche il lavorare nel confronto con gli altri pittori, è motivo di stimolo reciproco.

La pittura non è un passatempo, è un modo per comprendere la realtà e per inserirsi in essa, ognuno con la propria particolarità. L’osservazione della realtà quanto più è attenta e onesta, tanto più obbliga a una visione personale, come traduzione di ciò che si vede tramite il proprio linguaggio: è qui che entra in gioco l’uso e la padronanza del mezzo pittorico. Come per la lingua parlata anche occorre la pratica costante a fianco dello studio disciplinato. Come per la parola anche in pittura il linguaggio ha necessità di tempo per svilupparsi, e all’inizio è simile al balbettare della prima infanzia.

Cerco di insegnare a vedere, come io stessa vedo, quello che mi pare corrisponda quasi a un’etica di vita: l’armonia. E di afferrare la bellezza di qualcosa che semplicemente è, esiste. Questo tipo di iniziazione alla visione non prevede un compiacimento tecnico, quanto più si ritiene di avere imparato, tanto più si deve ricominciare sempre tutto daccapo. Il compiacimento tecnico nella pittura segna la sua fine, e la pittura moderna ha lottato in tutti i modi contro questa deriva. Allo stesso tempo senza l’operare concreto la pittura muore, svanisce come una bolla. Quindi la tecnica va ricercata parallelamente alla visione personale, si tratta di un’unica conoscenza. Il progressivo scemare dell’interesse per la tecnica pittorica, con l’illusione più o meno dichiarata di poter fare a meno della tecnica (qualsiasi mezzo sarebbe uguale ai fini dell’espressione, mentre l’espressione di sè sarebbe il massimo valore) finisce col togliere alla pittura il suo significato di linguaggio, la trasforma in un gergo arbitrario, comprensibile solo a chi parla e per questo necessitante di una specie di traduzione. In quanto tale impone la figura del critico.

Ma se osserviamo la storia, i pittori non hanno dipinto solo per esprimere sé stessi, al contrario, l’ispirazione li guida fuori di sé, attraverso una “ricerca”, per condurli  in un  mondo “altrove” da sé.

Antropologicamente l’essere umano non è affatto immutabile, è costantemente in divenire sia dal punto di vista individuale che da quello collettivo. Questo offre lo spunto alla sua espressione, si racconta nel suo essere nel mondo, comunicante con altri soggetti simili e tuttavia diversi da lui: per questo motivo la sua espressione personale può interessare tutti.

Quando si parla di espressione si dovrebbe tenere conto di diversi fattori: il soggetto, l’oggetto, la ragione, i modi, ecc. : tutte queste cose sono fra loro collegate in maniera tale per cui se ne manca una soffre l’insieme intero. La Pittura è una magnifica forma di espressione che intende raccontare innanzi tutto l’intuizione della Bellezza, un tempo individuata come divinità, intuizione innata nell’essere umano e consolidata nei secoli.Tale intuizione sarebbe impossibile senza la Luce e l’organo che la riceve: l’occhio. Occhio e Luce si trovano nell’essere umano in una situazione di interdipendenza. L’intuizione della Bellezza si origina dalla Luce ed è tutt’ uno con i sensi umani.

 Ma la Pittura è anche il risultato di un’ azione effettiva, l’azione appunto del dipingere, con precise coordinate spazio temporali, concreta e visibile a tutti. Come ogni espressione può essere giudicata e valutata secondo i criteri stabiliti dalla storia e dalla sensibilità umana, e difatti gli amanti di questa disciplina hanno scritto libri su libri nel tentativo di decifrare e di ordinare le varie esperienze nei secoli. Anche nel nostro tempo è importante che si giudichi e si valuti all’interno della varietà delle tante esperienze. Dire che tutto è bello oppure che niente è bello, o peggio che tutto è soggettivo e dipende dal ‘gusto’ personale, significa svilire la Pittura come disciplina storicamente consolidata, per la quale tanti grandi pittori hanno combattuto con eroica convinzione. Significa invalidare la Storia: dal punto di vista antropologico questo è segno di una sicura regressione.

 Ma come fare a giudicare, quando la Pittura stessa non si insegna più nemmeno nelle scuole specializzate? quando i Pittori vivono separati dal resto del mondo senza occuparsi di trasmettere le loro conoscenze e, proprio per questa impossibilità di confronto, cresce in loro una immagine di sè che si allontana sempre più dalla realtà? C’è una maniera sicura di giudicare, è il dato storico. La storia dell’arte dell’ultimo secolo, o meglio gli “esperti” che l’hanno interpretata, ci hanno insegnato a relativizzare qualsiasi giudizio, e ad affidarci all’unico giudizio incontestabile, quello loro.Come sarebbe possibile pensarsi un grande pittore considerando i pittori che abbiamo riconosciuto storicamente? Come sarebbe possibile considerare ‘pittore’ un pittore dilettante al confronto con Tiziano o Morandi? Discernere è sempre positivo, in quanto porta ad una evoluzione. Riscoprendo la Pittura per quella che è: una forma antica e autentica, resa vera dal vaglio della storia al contrario di tante altre ‘forme di arte’ che ancora rimangono da verificare al di là delle mode, nella loro autentica funzione, sia individuale che sociale.

La situazione è tale da non includere più, né tanto meno sostenere, uno sviluppo della antica e preziosa forma di conoscenza e di espressione umana che è la Pittura. Si è ritornati quindi alla rigidità’ di un’ arte accademica e ostentata, così che il percorso intrapreso tramite il lavoro attento e coscienzioso di tanti pittori nel corso della storia, in particolare nel ‘900, sembra al momento vanificato. E’ interessante rilevare l’ importanza assunta nuovamente dal ‘contenuto’ a scapito della ‘forma’. La massima preoccupazione del pittore, come di qualsiasi altro artista contemporaneo, sembra essere l’idea, un’idea nuova, una ‘trovata’, sull’esempio dell’arte ‘concettuale’. Questo ha fatto sì che ci si allontanasse sempre di più dalla ricerca specifica della pittura così come era stata chiaramente mostrata dagli ultimi maestri. Ma la Pittura ha un’unica ragione di essere: la luce. Non è altro che un’indagine e una riflessione, sempre personale, e solo in questo senso ‘originale’, su questo grande tema. Si parte dalla luce e si arriva alla luce: non c’è altro. La pittura en plein air viene considerata da questi artisti un riprovevole dilettantismo, mentre costituisce sempre la vera scuola per un pittore. Senza la verifica en plein air la pittura continua a rimanere all’ accademia, una pittura “leccata”, di maniera, compiaciuta di sè. La tecnica non ha un ruolo marginale nella ricerca della forma, e un pittore dovrebbe impadronirsene in vista del raggiungimento di uno stile personale. Questo non si può conciliare con un ammiccamento ai dettami della moda e del mercato. In pittura si sono fatte straordinarie conquiste quando l’ispirazione ha guidato senza freni.

La Pittura in Occidente ha avuto un percorso che andrebbe riconsiderato, non per pura informazione, ma proprio per riprenderlo dal punto in cui si è fermato. Dipingere significa usare un mezzo specifico, dato, non inventato da noi. Dipingere non significa automaticamente essere Pittore. 

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