Mostra di Cranach il Vecchio

Prima uscita

Mostra di Cranach il Vecchio, galleria Borghese, gennaio 2011

Lucas Cranach detto il vecchio (Kronach, 1472Weimar, 16 ottobre 1553) è stato un pittore tedesco rinascimentale. Il suo patronimico deriva dalla sua città natale. Fu uno dei principali interpreti della scuola danubiana e della Riforma luterana nell’arte.

Iniziò la sua carriera con un apprendistato presso la bottega del padre incisore, con il quale collaborò fino al 1498.

Tra il 1501 e il 1504, viaggiò lungo la valle del Danubio fino a Vienna, dove frequentò gli ambienti umanisti. Dipinge durante questo periodo delle tavole di ispirazione religiosa (San Gerolamo, 1502, Crocifissione, 1503, Riposo durante la fuga in Egitto, 1504) e il ritratto di un umanista viennese, il dottor Cuspinian e sua moglie, nel 1504. In questo periodo, il suo stile, vicino a quello di Albrecht Dürer.

Si stabilì a Wittenberg nel 1505 diventando pittore dell’elettore di Sassonia Federico il Saggio, che lo rese nobile nel 1509[1]. A partire da questa data, la sua arte si orientò verso uno stile simile al manierismo.

A Wittenberg, durante lo stesso periodo, fece la conoscenza di Martin Lutero, con il quale si instaurò un legame di amicizia, testimoniato dai numerosi ritratti. Passato alle idee riformate, Cranach partecipò alla creazione dell’iconografia protestante, rappresentando temi cari alla Riforma, presi dall’Antico e dal Nuovo testamento

. Dipinse anche numerosi ritratti e scene religiose che gli assicurarono la celebrità in tutta l’Europa e, a partire dal 1525, intensificò la sua attività con l’aiuto dei figli, Hans e Lucas, attivi nella bottega ben organizzata. Fu lui ad illustrare con incisioni l’edizione della Bibbia in tedesco, tradotta da Lutero[1].

Grafismo intellettuale ed elegante, quasi astratto, della fase più tardi,, Lucas Cranach il Giovane continuò l’attività del padre e del suo studio.

Impressioni  dalle opere.

Piccole tavole con nudi anche maschili, in giochi e lotte. Uomini e donne, nostalgia per un tempo naturalista, in mezzo alla campagna e ai corsi d’acqua. Ri –generazione.

Grande rilievo del nudo femminile. Temi mitici.

Giuditta e Salomè: staccano la testa agli uomini. Il loro abito, sempre lo stesso, dipinto nei dettagli. Giuditta possiede in più la spada, e il suo sfondo in effetti sembra tagliato a fil di spada, sfondo di luce di alba sulla montagna.

La testa di Oloferne è vista di scorcio, la testa di Giuditta è inclinata, al contrario della altera Salomè. Le teste decapitate appartengono a un unico modello di uomo, allo stesso modo per le teste femminili.

Malinconia. Descrizione fin nei dettagli, quasi surrealistica. Figure svolazzano di cavalieri e nudi, una figura alata scortica un ramo.

Le coppie male assortite parlano della prostituzione, in primo luogo nell’ambito spirituale. In Lot con le figlie il vino scorre in primo piano dall’una all’altra.

Adamo ed Eva. Si abbracciano consumando il frutto. Un occhio di cervo osserva sul fondo.la mano di Eva, il Serpente, il Ramo.

Nelle grandi tavole sono separati dall’albero, che risulta così diviso esso stesso…

San Girolamo si spoglia delle vesti sacerdotali e rimane nudo davanti alla Croce.

Crocefissione. Veramente questo era figlio di Dio.

Tutte le figure di profilo, tranne Cristo, gli manca la ferita al costato, il drappo svolazza sui lombi, nodo che suggerisce l’Infinito, il suo generare. Una espressione statica della sua sofferenza, al modo degli antichi.

Guarderanno a colui che hanno trafitto…tranne il ladrone che volta la faccia.

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